Il dibattito intorno alle cripto valute si è accresciuto con il passare del tempo ed ha toccato numerosi ambiti che includono la valenza tecnica, le implicazioni finanziarie, le opportunità per le startup (cioè le aziende di nuova costituzione) e, ultimamente, l'impatto ambientale.
Premesso che la valutazione della sostenibilità ambientale dovrebbe riguardare tutte le pratiche ricorrenti della vita quotidiana e che, quindi, il dibattito intorno alle cripto valute è assolutamente opportuno, il punto di partenza dovrebbe riguardare l'utilità di questa tecnologia.
Le automobili sono molto inquinanti durante tutto il loro ciclo di vita: inquinano le fabbriche durante la loro produzione, il veicolo durante l'utilizzo e di nuovo durante lo smaltimento. Tuttavia alle automobili è riconosciuto un valore sociale importante e il dibattito non è sull'opportunità di vietarne l'uso ma su come minimizzare l'impatto sull'ambiente rendendolo sostenibile.
I detrattori delle cripto valute hanno terreno fertile sostenendo che la tecnologia della blockchain è alla base di una bolla speculativa e che l'elevato consumo energetico richiesto per il mining delle cripto valute è insostenibile e ingiustificato, senza contare le implicazioni derivanti dallo smaltimento frequente di un elevato numero di computer connessi all'attività di mining.
Chi invece riconosce nelle cripto valute e nella tecnologia della blockchain un valore farà altre considerazioni, prendendo a riferimento quanta dell'energia necessaria per il mining proviene da fonti rinnovabili e come il settore si stia autoregolamentando per ridurre l'impatto ambientale. Altre considerazioni potranno riguardare l'efficientamento delle tecniche di mining e la riduzione dei consumi da parte dei computer a parità di prestazioni.
C'è da dire, tuttavia, che essendo l'attività di mining di ogni singolo blocco una competizione dove solo un singolo soggetto sarà premiato, è prevedibile che le "fabbriche" delle cripto valute cercheranno di potenziarsi e stare davanti alle altre fin quando ci sarà una convenienza economica per farlo e le normative lo consentiranno.
Ma quanta energia è realmente richiesta, quali sono i numeri in gioco? Le informazioni che si possono raccogliere a proposito sono contrastanti e quindi vanno considerate con cautela.
Il sito Digiconomist ha creato il Bitcoin Energy Consumption Index, dove si sostiene che le emissioni di CO2 derivanti dal mining sono pari a quelle emesse da nazioni intere come l’Argentina o la Nuova Zelanda. Secondo i ricercatori della Cambridge University si tratterebbe di circa 121 terawattora (TWh) all’anno.
Indipendentemente dalla precisione di questi numeri, il sistema che è alla base della blockhain è di tipo proof of work (prova di lavoro) e crea delle distorsioni in termini di impatto ambientale che andrebbero corrette; da qualche tempo sono cominciati gli esperimenti per realizzare una blockchain più "green", adottando approcci diversi, come la proof of space che richiede disponibilità di spazio disco piuttosto che di CPU, ma il percorso è appena iniziato.
Fonte: Digiconomist - Luglio 2021
Sito: 7ecnologie
Sezione: 15. Blockchain e Bitcoin
Capitolo: 06. Sostenibilità ambientale
Indice dei capitoli: 00. Risorse - 01. Introduzione - 02. Concetti generali - 03. Costruzione della Blockchain - 04. Gestione del portafoglio - 05. Evoluzioni: smart contract e NFT - 06. Sostenibilità ambientale
Indice dei paragrafi: 01. Il dibattito